sabato 16 giugno 2012

Girls Just Want To Have Fun






"Torno a casa con la luce del mattino , mia madre dice : quand'è che vivrai decentemente ?




Margherita in un abitino in viscosa verde mela fluo con ampia gonna  plissè



 o mamma cara, non siamo noi i fortunati



Margie !!!...Perchè mi hai detto che sotto avevi il costume bagnato solo dopo averlo indossato !?!?



e le ragazze... loro vogliono solo divertirsi.






oh le ragazze...vogliono solo divertirsi !




Margherita equilibrista in un abito in viscosa , stampa motivo cachemire in verde e lavanda su fondo crema.



il telefono squilla nel bel mezzo della notte




decolletè primi anni '50 bianche e blu




mio padre sbraita : che farai della tua vita?!?!



Margherita dentro ad un abitino sottoveste in raso dalle spalline sottili e lo scollo drappeggiato fuxia fluo e micro cardigan antracite in seta,cotone fili di luccicante lurex e bottoncini tondi che sembrano un filo di perle



Oh babbo caro, sai che sei sempre tu il numero uno







ma le ragazze... loro vogliono divertirsi






oh, le ragazze...vogliono solo divertirsi






Questo ? E' tutto ciò che vogliono davvero




Margie che svolazza in un abitino tagliato ad impero in polyammide e viscosa sfumato sulle tonalità del verde acido e l'azzurro



divertirsi !








Quando il giorno di lavoro è finito




Margherita in un abito americano di cotone con stampa floreale retro, bottoni e colletto in ciniglia .



le ragazze vogliono divertirsi
le ragazze vogliono solo divertirsi
....







Alcuni ragazzi prendono una bella ragazza








e la nascondono al resto del mondo




Margherita con un giacca di morbida pelle con borchiatura disseminata sull'intera superficie e cappellino di lana verde bosco con veletta




Io voglio essere l'unica a camminare nel sole








le ragazze... loro vogliono divertirsi !
le ragazze, loro vogliono solo divertirsi !







Quando il giorno di lavoro è finito
le ragazze vogliono divertirsi !
... ... ...



il basco irlandese in tweed filato leggero



vogliono solo, vogliono solo...



interno del basco in tessuto tweed del Donegal


...divertirsi !

giovedì 14 giugno 2012

"The dreams in which I'm dying, Are the best I've ever had."


                       



All around me are familiar faces
Worn out places, worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere, going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression, no expression
Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow, no tomorrow


Emanuele dentro ad una camicia in canapa a trama velata con bordature di trina e strisce verticali di ruches lineari


And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It's a very, very mad world mad world



Emanuele nell'equilibrato gioco del tono su tono dei chiari slavati e assolati jeans Levi's 501, la t-shirt semplice e bianca, il giubbino con micro bottoni a pressione e a scomparsa in lino e cotone.






Children waiting for the day they feel good
Happy Birthday, Happy Birthday
Made to feel the way that every child should
Sit and listen, sit and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me, no one knew me
Hello teacher tell me what's my lesson
Look right through me, look right through me




Emanuele con camicia Ralph Lauren nera a pois in puro cotone taglia XL 










And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It's a very, very mad world ... world
Enlarge your world
Mad world



Ema che si rifugia dentro alla fortezza di un chiodo nero di pelle










All around me are familiar faces
Worn out places, worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere, going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression, no expression
Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow, no tomorrow










And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It's a very, very mad world mad world




Ema con camicia in cotone a quadretti bicolore grigio/rosso e pantaloni di cotone in tessuto stretch a vita alta



particolare della camicia



Children waiting for the day they feel good
Happy Birthday, Happy Birthday
Made to feel the way that every child should
Sit and listen, sit and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me, no one knew me
Hello teacher tell me what's my lesson
Look right through me, look right through me



Ema con pull in maglina fina di cotone color sabbia



And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It's a very, very mad world ... world
Enlarge your world
Mad world


... ... ....

domenica 10 giugno 2012

Eveline di James Joyce ( e quello che successe dopo...)







 Questo è davvero un disco da avere. Splendido.
http://www.bielle.org/2010/PrimiAscolti/Rece_Andreoni.htm


 Stava seduta alla finestra a guardare la sera che invadeva la strada. La testa era appoggiata sulla tenda della finestra e le narici sentivano l’odore del polveroso tessuto di cretonne. Era stanca.
Passava poca gente. Il tizio dell’ultima casa ritornava; sentì i suoi passi battere sul marciapiede di cemento e subito dopo scricchiolare sul sentiero di scorie davanti alle case rosse. Una volta c’era un campo lì in cui si giocava ogni sera con i figli di altra gente. Poi un tizio di Belfast comprò il campo e ci costruì case –non come le loro casette marroni, ma delle case di mattoni con i tetti lucenti. I bambini della strada giocavano in quel campo –i Devine, i Water, i Dunn, il piccolo Keogh lo zoppo, lei, i suoi fratelli e le sue sorelle.
Ernest, tuttavia, non giocava mai: era tropo grande. Suo padre spesso li andava a cercare fino giù al campo col suo bastone di rovere; ma di solito il piccolo Keogh faceva da vedetta e li chiamava in ritirata quando vedeva suo padre arrivare. Eppure sembravano essere stati felici allora. Suo padre non era così cattivo allora. E poi sua madre era viva. Era tanto tempo fa.




Quaterna di valige dagli anni '40 ai '70 dal basso verso l'alto e in senso orario rispetivamente di pelle, cuoio e latta



Lei e i suoi fratelli e le sue sorelle erano cresciuti e sua madre era morta. Anche Tizzie Dunn era morto e i Water erano tornati in Inghilterra. Tutto cambia. Adesso lei stava andando via, come gli altri, per lasciare la sua casa.
La casa! Si guardò intorno alla stanza, rivedendo tutti i suoi oggetti familiari che aveva spolverato una volta alla settimana così tanti anni, chiedendosi da dove cavolo venisse tutta quella polvere. Forse non avrebbe più visto tutti quegli oggetti familiari da cui non si sarebbe mai sognata di separarsi.
Eppure in quegli anni non aveva mai scoperto il nome del prete la cui fotografia ingiallita stava appesa alla parete sopra l’armonium rotto accanto alla stampa a colori dell’ex voto fatto alla Beata Margaret Mary Alacoque. Era stato compagno di scuola si suo padre. Questi ogni volta mostrava la fotografia agli ospiti la passava con una frase a caso:
“E’ a Melboourne adesso.”









Aveva acconsentito ad andar via, a lasciare la sua casa. Era stata una cosa saggia? Aveva cercato di soppesare tutti i lati della questione. A casa sua ad ogni modo aveva un tetto e cibo; aveva intorno tutto ciò che conosceva da tutta la vita. Naturalmente doveva lavorare duro, sia a casa che al lavoro. Cosa avrebbero detto di lei al negozio quando avrebbero scoperto che era scappata via con un ragazzo? Avrebbero detto che era una cretina, forse. Ed il suo posto sarebbe stato coperto da un annuncio. Miss Gavan sarebbe stata contenta. Era sempre stata pungente con lei, specie ogni volta che c’era gente che sentiva.
“Miss Hill, non vede che queste signore aspettano?”
“E svegliatevi, Miss Hill, per favore!”.
Non avrebbe pianto molte lacrime nel lasciare il negozio.
Ma nella sua nuova casa, in una terra lontana e sconosciuta, non sarebbe stato così. Allora sarebbe stata sposata –lei, Eveline. La gente l’avrebbe trattata con rispetto allora. Non sarebbe stata trattata come sua madre era stata trattata. Anche adesso, sebbene avesse diciannove anni e più, si sentiva sotto il pericolo della violenza di suo padre. Sapeva che era stato lui che le aveva fatto venire le palpitazioni.




micro borsetta di paglia con rivestiemto interno in canapa grezza




Quando erano cresciuti lui non era mai stato con lei come lo era con Harry ed Ernest, perché lei era una ragazza, ma più tardi aveva incominciato a minacciarla e a dirle che lo faceva solo per amore di sua madre morta. E lei non aveva nessuno che la proteggesse. Ernest era morto ed Harry che lavorava in una chiesa come decoratore, era quasi sempre fuori da qualche parte nel paese.
E poi le eterne discussioni sui soldi il sabato sera avevano incominciato a stancarla indicibilmente.
Dava sempre la sua intera paga –sette scellini- ed Harry mandava sempre quello che poteva ma il guaio era ricevere i soldi dal padre. Questi diceva sempre che lei sperperava il denaro, che non aveva testa, che non le avrebbe dato i suoi soldi lavorati con sudore per farglieli gettare dalla finestra, e molto di più, perché egli stava di solito proprio male il sabato sera.
Alla fine le avrebbe dato i soldi e le avrebbe chiesto se aveva intenzione di comprare il pranzo della domenica. Allora lei doveva precipitarsi più veloce che poteva a fare la spesa, tenere il suo portamonete di pelle nera stretto in mano mentre si faceva strada a gomitate in mezzo alla folla e tornare a casa col carico delle provviste. Doveva lavorare duro per tenere su la casa e badare a che i due bambini piccoli che erano stati affidati a lei andassero a scuola regolarmente e mangiassero regolarmente. Era un lavoro duro –una vita dura- ma adesso che stava per lasciarla non le sembrava una vita del tutto indesiderabile.




Max indossa la divisa classica in cotone pesante da marinaio


 

Stava per esplorare un’altra vota con Frank. Frank era molto gentile, virile, dal cuore aperto. Lei stava per andar via con lui con un battello notturno per essere sua moglie e vivere con lui a Buenos Aires dove lui aveva una casa che l’aspettava. Come ricordava bene la prima volta che lo aveva visto; lui alloggiava in una casa sulla via principale dove lei andava a trovarlo. Sembrava poche settimane fa. Lui stava al cancello, il cappello con la visiera messa all’indietro sulla testa e i capelli scompigliati davanti sul viso abbronzato.
L’aveva portata a vedere La Bohéme e lei si sentiva inebriata mentre era seduta in un’insolita parte del teatro insieme a lui. Lui era totalmente patito di musica e cantava un pochino. La gente sapeva che amoreggiavano e, quando egli cantava della ragazza che amava il marinaio, ella si sentiva appassionatamente confusa. Lui la chiamava Poppens per scherzare. Prima di tutto era stato eccitante per lei avere un ragazzo e poi lui aveva incominciato a piacerle. Faceva sempre dei racconti di paesi lontani. Aveva iniziato come mozzo da suna sterlina al mese su una nave della Allan Line che andava in Canada. LE diceva i nomi delle navi dove era stato e i nomi delle diverse mansioni. Aveva attraversato lo Stretto di Magellano e le aveva raccontato storie sui terribili Paragoni. Le cose gi erano andate bene a Buonos Aires, diceva, ed era arrivato sul vecchio continente solo per una vacanza. Naturalmente il padre aveva scoperto la storia e le aveva vietato di avere a che fare con lui.
“La conosco questa razza di marinai”, diceva.



Federica ha un abitino con il corpetto in candido pizzo sangallo e gonna di tulle taglio Degas



Un giorno egli aveva litigato con Frank dopodiché lei doveva incontrare il suo amore in segreto.
La sera sprofondò sul viale. Il bianco delle due lettere sul suo grembo diventò indistinto. Una era per Harry; l’altra per suo padre. Ernest era stato il suo preferito ma voleva bene anche ad Harry. Suo padre stava diventando vecchio ultimamente, aveva notato. Le sarebbe mancato. Qualche volta aveva saputo anche essere simpatico. Non molto prima, quando lei era stata a letto per un giorno, le aveva letto una storia di fantasmi e preparato del pane abbrustolito. Un altro giorno, quando la loro mamma era viva, erano andati tutti a fare un picnic sulla collina di Howth. Ricordò suo padre che si era messo il cappellino di sua madre per far ridere i bambini.
Il suo tempo stava volando ma ella continuava a star seduta alla finestra, con la testa appoggiata contro la tenda della finestra, inalando l’odore del cretonne polveroso. Giù per il viale, riusciva a sentire una organetto da strada suonare. Conosceva quella musica straniera che doveva essere arrivata per ricordarle della promessa fatta a sua madre, la promessa di reggere la casa finché poteva. Si ricordò dell’ultima notte della malattia della madre; lei si ritrovava ancora nella chiusa stanza buia all’altra parte della sala e fuori sentì una malinconica musica italiana. All’organista era stato ordinato di andare via e gli avevano sei sterline. Si ricordò di suo padre che ritornando impettito nella stanza dell’ammalata disse:
“Maledetti Italiani! A venire fin qui!”
Mentre pensava la pietosa immagine della vita della madre poggiava il suo incantesimo nel suo essere più profondo –quella vita di comuni sacrifici che finiva nella pazzia finale. Tremava mentre sentiva ancora la voce di sua madre che diceva costantemente con assurda insistenza:
“Derevaun Seraun! Derevaun Seraun!”







Si alzò in un improvviso impulso di terrore. Fuggire! Fuggire! Frank l’avrebbe salvata. Le avrebbe dato la vita, forse anche l’amore. Ma lei voleva vivere. Perché doveva essere infelice? Aveva il diritto di essere felice. Frank l’avrebbe portata tra le sue braccia, avvolta tra le sue braccia, L’avrebbe salvata.
Stava tra la folla ondeggiante alla stazione di North Wall. Lui la teneva per mano e lei sapeva che le stava parlando, dicendo qualcosa sul viaggio ripetutamente. La stazione era piena di soldati con delle valige marrone. Attraverso le ampie porte dei portici riuscì a vedere la massa scura della nave, accanto al muro della banchina, con gli oblò illuminati. Non rispose. Si sentiva le guance pallide e fredde e in mezzo alla confusione mentale, pregò Dio di direzionarla, di mostrarle quale era il suo dovere.
La nave soffiò un lungo triste fischio nella nebbia. Se fosse andata l’indomani sarebbe stata in mare con Frank, diretta Buenos Aires. Il loro posto era stato prenotato. Si poteva tirare indietro dopo tutto quello che lui aveva fatto per lei? La confusione mentale le fece venire la nausea nel corpo ed ella continuava a muovere le labbra in silenziosa, fervente preghiera.
Una campana suonò sul suo cuore. Sentì che lui le afferrava la mano:
“Vieni”.
Tutti i mari del mondo inondarono il cuore. Lui la stava spingendo verso di loro: l’avrebbe annegata. Si aggrappò con entrambe le mani alla ringhiera.
“Vieni”.
No! No! No! Era impossibile. Le sue mani si aggrapparono freneticamente al ferro. In mezzo ai mari mandò un grido di angoscia.
“Eveline! Evvy!”
Lui si spinse oltre la barriera e le gridò di seguirlo. Gli fu urlato di andare avanti ma lui la chiamava ancora. Ella pose il suo viso pallido su di lui, passivo, come un animale inerme. I suoi occhi non gli davano segno di amore o di addio o di riconoscimento.
 Traduzione del racconto Eveline di James Joice a cura di Corinzia Monforte




Federica in un abito di raso damascato con corpetto steccato e spalline sottili  




Ma dopo Eveline, cosa fece? No, non tornò a casa. Ho deciso che dopo un certo finale in realtà ci si possa prendere una pausa per raccogliere le forze, chiarire un po' le idee e meditarne un altro.
Questo, ad esempio :





 
 

Confessioni di una mente pericolosa

 


"...mi sveglio anche stanotte vi ho rivisto tutti ,ho visto chi credevo mi amasse ho visto chi credevo fosse mio amico ,ho visto mio figlio che poi era mio fratello ,ma sono figlio unico da adesso.Sono figlio unico perchè mio fratello non conosce la parola condividere,conosce solo avere, avere e chiedere dimenticando che i miei comportamenti sono dettati dal suo modo di trattarmi come un cencio strausato che viene gettato al macero, ma da me avrai solo sigarette ed uno sputo non potrai più sentire che musica ha il mio moto,potrai solo restare lì a fare il riff della tua vita mentre i miei occhi s'imbiancano ma non te ne accorgerai e continuerai ad avere la tua ragione."  (Nicola)


  









"Chuck Barris ha una doppia vita ! Di giorno è un celebre conduttore di show televisivi, mentre di notte si trasforma in un agente della CIA. Il piacere di uccidere nelle sue missioni segrete,non gli impedisce di innamorarsi di una bellissima donna di nome Patricia, una misteriosa donna della Cia. Chuck inizia a perdere il controllo della sua vita. E' indeciso tra la donna che lo ama (Drew Barrymore) e la dark lady (Julia Roberts)...Clooney esordisce come regista e adotta un'iconografia alla Tenenbaum, ricalcando climi e colori d'epoca, imprimendo alla storia un ritmo grottesco e concitato,progressivamente più drammatico, col limite veniale di una certa discontinuità. Sicuramente un buon debutto alla regia."






occhiali a specchio con lente azzurrata, maglina di cotone blu con polsini e girocollo a costine





Nell'autobiografia di Chuck Barris, che ha ispirato il film diretto da Clooney, interpretato da un imperdibile Sam Rockwell , questa citazione:
La sola causa dell'infelicità dell'uomo deriva dal fatto che non sa stare in silenzio nella propria stanza. (Pascal)







Sovrapposizione tono su tono. Giacca di pelle di nappa antracite scuro, cardigan grigio fumo, t-shirt a righe


La storia narrata da chuck Barris nel suo libro pseudoautobiografico (Sonzogno) è una spiritosa invenzione :
il personaggio televisivo che venti e più anni fa fece impennare l'audience con "The Gong Show" (variante della Corrida), non è mai stato un agente della CIA e soprattutto non ha mai assassinato 33 persone. L'ha confermato Roger Ebert sul Chicago Tribune aggiungendo: " Essendo stato io stesso coinvolto in uno show settimanale,so per dolorosa esperienza che fra una registrazione e l'altra non avrei trovato il tempo di volare a Helsinki a uccidere qualcuno per conto del governo." A chi si domanderà perchè Barris inventò l'assurda bugia è facile rispondere che fu un tentativo per riaccendere su di sè l'attenzione mentre il Gong cominciava a suonare a vuoto. Purtroppo, però, il pubbliconon cadde nella trappola, il libro finì ai Remainders ed è lì che lo pescò qualcuno del cinema. ... "                      
                                                                                                   da Il Corriere della Sera ( Tullio Kezich)


Nicola con camicia sahariana Kaki e t-shirt con stampa







 

"Quando sei giovane le tue potenzialità sono infinite potresti fare qualsiasi cosa, potresti essere Einstein, potresti essere Di Maggio, poi arrivi ad una età dove potresti essere, va a sbattere con ciò che sei stato, non eri Einstein, non eri niente... è un brutto momento."

















Nicola con la sua chitarra, cardigan di maglina di cotone, camicia a micro righe verdi






poncho di pelliccia ecologica




Nicola scrive, pensa , ascolta De Andrè e Django Reinhardt, dorme poco anche se sembra che viva dentro al suo letto. I testi gli escono di bocca prima che graffino la sua chitarra.
Prende in giro la vita. La vuole conoscere bene prima di farsela amica.
Ti guarda dritto negli occhi e sorride a metà. Non ha paura di essere triste.









canottiera di cotone a costine, occhiali, cappello e jeans grigio





camicia stampa Hawayana Guess di cotone misto seta e pantaloni di cotone indiano becco d'oca con stampa di palme











"la piccola infelice si è incontrata con Alice ad un summit per il canto popolare,Marinella non c'era fa la vita in balera." ( Francesco Guccini )



giacca a quadretti vichy e t-shirt con faccione monografico






camicia color ghiaccio di cotone con pantaloni taglio maschile classico xl e sciarpa della stessa tonalità







Nicola in giacca doppiopetto e occhiali tondi con maglioncino di cotone blu profilato bianco.  La sottoscritta indossa il suo trench vintage anni '70 lungo tassativamente sotto il ginocchio strizzato in vita da un nodo poco studiato



La Cia non mi è mai piaciuta. Troppo losca. Credo che le nostre personalità si trovino più a loro agio in un ambiente come il Bureau. FBI... . Bene, è ora di muoversi. I nostri Alias non li conoscerete mai. Passo e chiudo.Abbiate cura di voi. In tutti i sensi. Bona !





mercoledì 6 giugno 2012

Tutorial with Micol




                                              




La cravatta, tie, necktie, לקשור ,attacher, binden, cheangal, atar,mengikat, clymu, kufunga, 领带,γραβάτα, amarrar, buộc, kravatë, lips, เน็คไท, slips, გვაკავშირებს, ligabis, cravată, uviazať,முடி,nyakkendő,  itali, sitoa, amarre, sasiet,ネクタイ, kaklaraištis, krawat, bağlamaq, ibilgetzen, lligar, uvázat, ربطة عنق ,......
in qualsiasi modo tu la intenda ,tutte, ma proprio tutte hanno un nodo in comune. 
Con l'aiuto e la sapienza di Micol, vediamo come si fa.



  1.  Bene, si comincia. Passa l'intera lunghezza della cravatta intorno al collo, lasciando che il finale più sottile arrivi circa all'altezza della metà di quello più esteso. 




2. Passa la parte più lunga sopra quella più corta, in diagonale.




3. Adesso torna indietro, passandola sotto.




4. Estendila




5. Fai un altro giro come nella seconda foto 





 6. Quando poi torni indietro , invece di stenderla la inserisci nello spazio fra l'incrocio e il collo.






 7. Ci siamo quasi. Adesso tirala lentamente verso il basso.





 8.  Ora manca solo di ripassarla all'interno del nodo morbido che è rimasto sotto.





9. Tira piano il lembo verso il basso, fino a portarlo a misura desiderata .





10. Ecco fatto! Il nodo è tratto.





11. Micol ed io vi auguriamo buon divertimento ! (ma io continuerò a rimanere negata
                         per queste cose...).



Una piccola idea :



Al posto della cintura che può appesantire, sull'abitino color lavanda, cercando il contrasto o il ton sur ton.

Ma " non portarla sulla luna, nello spazio la cravatta non sta giù". :)