sabato 4 agosto 2012

Le vent nous portera ... Foulards.









La moda delle ultime stagioni lo sta riproponendo come un accessorio di grande eleganza e funzionalità. Ci siamo abituate a vederlo avvolto intorno al collo o a salvaguardia di imponenti acconciature, o semplicemente annodato come vezzo ai manici di borse costose. Un dettaglio elegante che a seconda del tessuto e la provenienza ha sempre donato alla donna e all'uomo che lo indossava un allure di eleganza. Il cinema lo ha consacrato ad un accessorio icona dotato di un carisma . A velare, svelare, nascondere, incorniciare preziosamente volti e personaggi. Specialmente a cominciare dagli anni '50, quando le dive per sfuggire all'occhio lungo dei paparazzi cominciano a frne largo uso, anche fuori dal set. Audrey Hepburn, di solito lo portava annodato intorno al viso, a coprirle il capo, abbinato a grandi occhiali scuri. 












Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Se ne ritrovano tracce in Oriente mille anni prima di Cristo, e in Occidente nel secondo secolo d.C. in alcune raffigurazioni. Era un accessorio appartenente ai soldati, per proteggere e decorare la divisa.
  In tempi più recenti, lo ricordiamo in certi film neorealisti in cotone sui capi delle contadine come protezione dal sole. A un certo punto della sua storia, la strada del “pezzo” di stoffa, pare dividersi e seguire due direzioni diverse; quello di uso maschile si contraddistingue da quello femminile.
Da questo momento le strade di quelli che diventeranno uno foulard e l’altro cravatta diverranno anche indicatori di un determinato status sociale.









Il foulard come lo intendiamo e lo conosciamo oggi nasce nel ‘900. Deve il suo nome ad un termine dialettale provenzale. Indica un tessuto leggero di taglio quadrato o rettangolare brillante, colorato e morbidissimo e delle più svariate dimensioni. Dal piccolo fazzolettino da taschino al grande formato che annodato può essere indossato come un abito. 













 La sua lavorazione diventa complessa e lunga: viene realizzato in cotone, lana e seta. Ma è grazie alla stampa del suo disegno, oltre che al materiale e alla firma che si conquista sempre maggiore attenzione.Hermès lo mette in commercio nel 1937
La casa di moda, diventata l’icona del foulard, 90 cm di lunghezza del lato, 4 km il filo di seta utilizzato per ogni esemplare. Questi risultano i numeri del carré targato Hermès che recentemente ha proposto 36 modi diversi di poter giocare con l’accessorio e per soddisfare esigenze di mercato sempre più pressanti ora esistono anche altri tagli che vanno dai 140 ai 45 cm di lato, e infinite sono le varietà.











Repiloghiamo su Hermes...dando i numeri :
1937: l’anno in cui è stato messo in commercio
90 cm: la lunghezza del lato
4 km: il filo di seta usato per realizzare ogni esemplare
950: la varietà delle stampe prodotte fino ad ora
3: sono gli anni che trascorrono dall’ideazione alla realizzazione di un solo foulard.
36: i modi con cui Hermès ci fa giocare con il nostro foulard e che potete trovare e scaricare sul sito della stessa Maison.
12: le combinazioni di colori in cui ogni pezzo viene proposto.
L’idea di fare di un carré di seta un oggetto del desiderio viene nel 1937 a Robert Dumas, genero di Emile Hermès che si ispirò alle pettorine dei fantini.









Gli intramontabili e famosissimi foulard Hèrmes degli anni ’50, ’60 e ’70 sono veri e propri pezzi unici e ricercati da collezione, poiché le loro stampe non sono più state riprodotte. Si passa da un pezzo impreziosito da ricami a rilievo tono su tono con tante piccole api a un altro modello che ha riprodotta la data di realizzazione – 1954 – fino a carrè che rappresentano antichi mezzi di trasporto o gli adorati cavalli.






Altri nomi celebri legati al foulard sono Dior, Saint-Laurent, Chanel, Givenchy e Louis Vuitton.
In Italia Gucci, Ferragamo, Valentino e Roberta di Camerino seguiti poi da tutti gli stilisti d’alta moda e pret a porter, da Mila Schon ad Armani, a Ferrè.
Il foulard è il più versatile tra gli accessori…può essere indossato come collana, blusa, top, abito, cintura, nastro per capelli, borsa...e può essere utilizzato per quello che di più creativo può venirti in mente, come ad esempio dei quadri di tessuto da stendere ben stesi dentro a vecchie cornici, o per confezionare dei cuscini, rivestire un diario.









Il vento ci guiderà
Non ho paura del cammino
Bisognerà vedere, bisogna assaporare
La parte più profonda e oscura di noi stessi
E tutto andrà bene là,
Il vento ci guiderà










Il tuo messaggio all’orsa maggiore
E la traiettoria del viaggio
Un’istantanea di velluto va
Anche se non serve a niente
Il vento la porterà con sè












 Tutto sparirà ma
Il vento ci guiderà
La carezza e la mitragliata
E questa piaga che ci perseguita
















 Il palazzo degli altri giorni
Di ieri e di domani
Il vento li porterà con sè









 Genetica a bandoliera
Dei cromosomi nell’atmosfera
Dei taxi per le galassie
E il mio tappeto volante, allora?
Il vento lo porterà con sè








Tutto sparirà
il vento ci guiderà
Questo profumo dei nostri anni morti
Ciò che può bussare alla tua porta












Infinità di destini
Se ne perde uno e poi cosa ne rimane?
Il vento lo porterà con sè

























Mentre la marea sale
e ognuno rifa i propri conti
Io mi sposto nel cuore della mia ombra









 Polveri di te
Il vento le porterà con sè
tutto sparirà
il vento ci guiderà

(Il vent nous portera- Noir Désire )







Da Vogue ...: "la celebre danzatrice Isadora Duncan, fu vittima del suo fascino: morì nel 1927 a causa del suo vezzo di portare una lunga sciarpa. Il suo foulard si incastrò nelle ruote dell’automobile sulla quale era appena salita, uccidendola. Un’altra immagine che sovviene è quella di Audrey Hepburn, che di solito lo portava annodato intorno al viso, a coprirle il capo, abbinato a grandi occhiali scuri. Eleganza e perfezione. Si potrebbe proseguire con mille esempi. Il foulard ha attraversato gli anni ma è rimasto sempre presente nella moda. Come sinonimo di eleganza e raffinatezza."

















Il foulard diventa rock se lo si lega ad un polso, elegante quando lo si annoda attorno al collo, maschile se si trasforma in bandana, trendy sotto la giacca leggermente aperta, romantico e se usato come cerchietto, ravviva il colorito del volto e rende unico un abito semplice, donandogli originalità ed eleganza. Lo si può portare alla francese, attorno al collo ed annodato sul davanti, oppure lasciarlo morbido, quasi sul punto di sciogliersi. Si può usare come una kefia, lasciando un lungo lembo sul davanti. Vi si può sdrammatizzare un tubino nero adibendolo a fusciacca. Lo si può intrecciare per farne una cintura da portare con jeans e camicia. Può fungere da top, pareo estivo o collana. Non vi sono limiti alla fantasia!














L’uso che ne propone Valentina Sardu in un agevole manuale della Marco Valerio edizioni, corredato da un dvd dimostrativo e da un piccolo foulard “imparaticcio”, è basato sull’antica tecnica del furoshiki, che consiste nel saper piegare, avvolgere ed annodare pazientemente pezzi di stoffa per farne oggetti utili o preziose decorazioni. Ecco quindi molti modi di usare il foulard alla stregua di carta da regalo, per arricchire doni modesti, o impreziosire un mazzo di fiori, o confezionare una bottiglia. Ma il meglio di sè, i foulard lo dimostrano nella loro duttilità a trasformarsi in eleganti e particolari borsette, da portar con sè in una romantica passeggiata in riva al mare, o in ogni altra occasione ci si voglia distinguere dagli altri.”




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